Già da due anni don Aldo lavorava a Pietralata come rettore della vicecura del S. Crocifisso ai Monti del Pecoraio, ora parrocchia di S. Vincenzo Pallotti. E’ proprio lui con don Ottavio a proporre al Vicariato di erigere in parrocchia questa vice curia e di costruirvi una chiesa con annesso centro parrocchiale (questo sarà definitivo nel dicembre 1976). Don Aldo, romano, riceve la nomina a parroco di S. Michele nel 1972 e rimarrà a Pietralata fino al 1983. Secondo il progetto originario del Piano Regolatore, la chiesa parrocchiale doveva essere abbattuta e trasferita in un altro spazio per fare posto alla realizzazione dello SDO. Proprio per questo sembrava inutile qualsiasi lavoro, anche minimo, di manutenzione del complesso parrocchiale. Lentamente, ma inesorabilmente, con il passare degli anni, tutto il complesso parrocchiale, mancando dell’ordinaria e straordinaria manutenzione, va in decadenza e tanti locali diventano inagibili. Don Aldo assiste impotente e forse incompreso da tanti, al degrado della struttura parrocchiale. Quando, alla fine, agli inizi degli anni ’80 ci si assicura che la parrocchia non sarà sacrificata allo SDO, don Aldo prepara un buon progetto di risanamento della struttura parrocchiale. Lui però viene trasferito e il suo progetto verrà utilizzato dal successore. Don Aldo fa fare passi avanti all’impostazione pastorale tesa al rinnovamento conciliare ed al programma pastorale della Chiesa italiana. In un suo scritto del 1976 don Aldo manifesta il suo pensiero sulla situazione della fede e del ruolo della parrocchia, affermando che è necessario passare da una “fede di eredità” ad una “fede di scelta” attraverso una “ricerca individuale e solitaria che si appoggia sulla Parola di Dio e nell’inizio di conversione al Signore Gesù. Questo sforzo di ricerca può riuscire a condizione di incontrare una piccola comunità di fratelli intorno ad un sacerdote servitore della Parola ed evangelizzatore”. La scelta della “sola cosa necessaria” (Lc. 10,41), l’Evangelizzazione, comporta secondo don Aldo la rinuncia a quell’insieme di attività e di servizi che apparentemente vivacizzano la parrocchia, ma che in realtà impediscono il raggiungimento dell’obiettivo primario. Inizia così lentamente ma puntigliosamente il periodo in cui don Aldo propone come esperienza primaria la lettura del Vangelo sia come preparazione ai sacramenti sia come contatto evangelizzante con la Parola di Dio per tutti i cristiani. Cammino non facile: lentamente quell’insieme di attività e organizzazione precedente viene meno, ma il nuovo stile di vita parrocchiale che verte tutto attorno alla persona di Gesù e al suo Vangelo fatica ad attecchire.Tuttavia la perseveranza per questa strada ha dato come risultato un buon gruppo di laici coscienti della propria fede e orgogliosi di appartenere ad una parrocchia che aveva questo tipo di identità.