Proveniva da Cuneo e si portò come collaboratori due giovani fratelli sacerdoti Don Diego e don Alfredo Bona. Ancora oggi la gente si ricorda con gratitudine e affetto i preti piemontesi. Il primo problema che don Giacinto si pose fu quello di migliorare le strutture parrocchiali fati scenti e insufficienti. Cercò a destra e a manca fondi per avere il denaro necessario per i lavori, lavorò diversi mesi anche in prima persona, con altre persone della borgata. A lui sono dovuti i lavori di costruzione delle aule e del salone a sinistra della chiesa, con annessi cortili. Si impegna inoltre con i suoi collaboratori laici (uomini di Azione Cattolica) per stimolare tutti ad impe gnarsi per la riqualificazione dell’intero quartiere. Don Giacinto con gli altri sacerdoti trova modi e maniere per incontrare tante persone, di tutte le età, sull’ampio raggio del territorio non ancora diviso, come oggi, in cinque parrocchie. In par rocchia si celebrano alla domenica sette Messe, più le Messe nelle chiesette dei Casali. E poi l’Oratorio, l’Azione Cattolica per ragazzi e adulti e poi il gruppo del “piccolo clero” per il decoro delle celebrazioni liturgiche. La domenica passa densa di lavoro per tutti i sacerdoti della par rocchia per la celebrazione delle Messe, per le confessioni e l’amministrazione dei vari sacra menti, tra i quali i battesimi, la celebrazione della Messa vespertina molto frequentata e le riu nioni di giovani e uomini di Azione Cattolica. Nei giorni feriali i sacerdoti sono impegnati dalle sei di mattina fino alle undici di sera. Il lavoro di ufficio viene effettuato a tutte le ore senza limi tazioni: il parrocchiano può andare a qualsiasi ora, troverà sempre un sacerdote per i suoi bisogni, consigli, pratiche di matrimonio o di altri sacramenti, per richiesta di assistenza e per aiuto religioso dei malati.