Michel8 del 14 Giugno 2020

In Italia e in molti Paesi si celebra in questa domenica la festa del Corpo e Sangue di Cristo – si usa spesso il nome latino: Corpus Domini o Corpus Christi. Ogni domenica la comunità ecclesiale si stringe intorno all’Eucaristia, sacramento istituito da Gesù nell’Ultima Cena. Tuttavia, ogni anno abbiamo la gioia di celebrare la festa dedicata a questo Mistero centrale della fede, per esprimere in pienezza la nostra adorazione a Cristo che si dona come cibo e bevanda di salvezza.
L’odierna pagina evangelica, tratta da San Giovanni, è una parte del discorso sul “pane di vita” (cfr 6,51-58).
Gesù afferma: «Io sono il pane vivo disceso dal cielo. […] Il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo» (v. 51). Egli vuole dire che il Padre lo ha mandato nel mondo come cibo di vita eterna, e che per questo Lui sacrificherà sé stesso, la sua carne. Infatti Gesù, sulla croce, ha donato il suo corpo e ha versato il suo sangue. Il Figlio dell’uomo crocifisso è il vero Agnello pasquale, che fa uscire dalla schiavitù del peccato e sostiene nel cammino verso la terra promessa. L’Eucaristia è sacramento della sua carne data per far vivere il mondo; chi si nutre di questo cibo rimane in Gesù e vive per Lui. Assimilare Gesù significa essere in Lui, diventare figli nel Figlio.
Nell’Eucaristia Gesù, come fece con i discepoli di Emmaus, si affianca a noi, pellegrini nella storia, per alimentare in noi la fede, la speranza e la carità; per confortarci nelle prove; per sostenerci nell’impegno per la giustizia e la pace. Nutrirci di Gesù Eucaristia significa anche abbandonarci con fiducia a Lui e lasciarci guidare da Lui. Si tratta di accogliere Gesù al posto del proprio “io”. In questo modo l’amore gratuito ricevuto da Gesù nella Comunione eucaristica, con l’opera dello Spirito Santo alimenta l’amore per Dio e per i fratelli e le sorelle che incontriamo nel cammino di ogni giorno. Nutriti del Corpo di Cristo, noi diventiamo sempre più e concretamente il Corpo mistico di Cristo. Ce lo ricorda l’apostolo Paolo: «Il calice della benedizione che noi benediciamo, non è forse comunione con il sangue di Cristo? E il pane che noi spezziamo, non è forse comunione con il corpo di Cristo? Poiché vi è un solo pane, noi siamo, benché molti, un solo corpo: tutti infatti partecipiamo all’unico pane» (1 Cor10,16-17).

Papa Francesco

CATECHISMO DOPO CRESIMA

Un ragazzo, dopo aver ricevuto il Sacramento della Cresima, la maggior parte delle volte si sente arrivato alla fine del suo percorso, iniziato con la preparazione alla Comunione. La frase che spesso sentiamo è: “la Cresima l’ho fatta”. E quel bisogno di fare nuove esperienze si tramuta in un totale allontanamento dalla Parrocchia e dalla vita comunitaria.
Con il Dopo-Cresima noi catechisti cerchiamo di far capire ai ragazzi di essere solo all’inizio di un nuovo percorso, testimoniamo che in parrocchia si possono ancora vivere nuove esperienze di crescita. Ci impegniamo ad affrontare argomenti che possano accrescere la loro fede e che allo stesso tempo riguardino le loro difficoltà e le necessità, proprie dell’età. Argomenti che possano stimolare il confronto tra di loro e con noi. Oltre alla formazione, sono coinvolti attivamente nel sevizio alla comunità.
Il ragazzo inizia a rendersi conto di far parte di una comunità, che va oltre il proprio gruppo. Vivere la comunità e vivere il Vangelo è il compito di noi cristiani. Nel percorso si arriva a sentire la necessità di diventare parte attiva. Cerchiamo di stimolare i ragazzi sia con la preghiera che con attività di animazione. Ad esempio viene chiesto loro di animare la Veglia del giovedì Santo, ed in particolare l’adorazione notturna. Si propone loro di rimanere a dormire in parrocchia e a turno, durante la notte, si partecipa all’adorazione. Inoltre si coinvolgono nell’organizzazione della festa di Carnevale o nella preparazione del Centro estivo, che li vede impegnati in parrocchia per tutto il tempo delle vacanze estive.
L’anno trascorso insieme ha il suo culmine con il campo comunitario. A Luglio ogni anno partiamo, catechisti e ragazzi, per passare insieme una settimana, condividendo momenti di preghiera e momenti di gioco, proseguendo anche il loro percorso formativo divisi in gruppi. Stimoliamo i ragazzi a stare tra di loro 24 ore su 24, riducendo l’utilizzo del telefono ad una mezz’ora la sera per sentire casa. La trasformazione che avviene nei ragazzi in quella settimana è difficile da spiegare. Parte un pullman dove tutti sono divisi per gruppi o per età e ne ritorna uno dove tutti si sono uniti. Foto, pianti e firme sulle magliette caratterizzano da sempre l’ultimo giorno. Sono queste le esperienze che infondono nei ragazzi carica ed entusiasmo che poi trasmettono ai loro compagni che non sono potuti venire.
Sono tante però le difficoltà con cui noi catechisti dobbiamo confrontarci. Perché se da un lato cerchiamo di trasmettere la nostra esperienza e la nostra testimonianza ai ragazzi, dall’altro sono spinti lontano dalla Parrocchia. Tra i banchi di scuola, in palestra o in comitiva, insieme ai loro coetanei, spesso pensano di perdere tempo, dietro e dentro un mondo etichettato come “vecchio”. Il dopo cresima è un percorso che si sceglie di fare. Il ragazzo sceglie personalmente cosa fare. Paradossalmente questa scelta libera si dimostra molto fragile quando arrivano le prime difficoltà, a volte si è portati a pensare “perché lo faccio, se alla fine sono libero di andare via? Perché continuare? Non voglio diventare catechista e svolgere alcun servizio”. Dio offre la Vita Eterna, ma fra i giovani non va più di moda!
Noi catechisti investiamo tempo ed esperienze per guadagnare la fiducia dei ragazzi, capire di cosa hanno bisogno e cosa cercano. Non è sempre facile, ma è proprio la nostra fede in Dio, il saper che tutto ciò che si fa è per Lui, che ci spinge a continuare, ad accrescere anche noi, nel nostro percorso di formazione, la nostra fede e la nostra scelta di vita. La nostra forza è questa.
Un catechista

IL NOVIZIATO

Il percorso Scout prevede, per i ragazzi e le ragazze di 16 anni, un anno veramente speciale e particolare: il Noviziato. Usciti dall’esperienza del Reparto, che porta i ragazzi a crescere e ad assumersi sempre più responsabilità all’interno della loro Squadriglia, viene offerta ai ragazzi l’esperienza di una comunità orizzontale, ovvero, per la prima volta nel loro percorso scout, formata unicamente da ragazzi della loro stessa età, con i quali potersi confrontare e assieme ai quali poter affrontare per la prima volta esperienze nuove e significative: la Strada, il Servizio, la Comunità.
Con l’esperienza della Strada i Novizi assaporano la fatica, la ricompensa di arrivare alla vetta dopo aver affrontato un duro sentiero, il piacere di camminare e scoprire un nuovo volto nelle persone che ci camminano accanto, l’imparare ad andare al passo del più lento, perchè arrivare in cima non è poi così bello se non ci si è arrivati tutti insieme.
Il Servizio viene proposto ai Novizi come occasione per scoprire che il vero bene consiste nel fare il bene degli atri, come Gesù ci insegna, dei poveri, dei piccoli, dei dimenticati. Tramite esperienze di servizio comunitario, come l’organizzazione del pranzo di Natale dei i poveri, i Novizi cominciano un cammino di servizio al prossimo che continuerà anche individualmente in Clan, in Comunità Capi e, speriamo abbracceranno per tutta la loro vita.
Vivere una Comunità di pari è fare esperienza di democrazia. È trovare un gruppo che non è solo un gruppo di amici, ma con cui poter discutere e confrontarsi sui temi dei grandi, che solo i ragazzi della loro età iniziano ad affrontare. Le Inchieste e le Tavole Rotonde sono alcuni strumenti, propri del tempo del Noviziato, di indagine e di confronto, grazie ai quali i Novizi possono approfondire gli argomenti che stano loro a cuore, quali la sessualità. l’attualità, l’ambiente, l’impegno politico e il loro futuro.
Un anno speciale quindi e irripetibile, che regalerà ai Novizi un bagaglio di nuove esperienze e consapevolezze, e alla fine del quale si apriranno per loro le porte del Clan, l’ultima fase del percorso educativo Scout, che porterà i ragazzi a crescere ancora insieme, per diventare consapevoli cittadini del mondo.
Giulia Rosati

Avvisi

Mercoledi 10 Giugno la nostra sorella Vilma Locci è tornata alla casa del Padre. Ha dedicato la sua vita al servizio nella nostra Parrocchia. La ricorderemo nelle S. Messe di Domenica.