Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù passando vide un uomo cieco dalla nascita; sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe», che significa “Inviato”. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?». Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». Condussero dai farisei quello che era stato cieco: era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c’era dissenso tra loro. Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!». Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori. Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui.
Gv 9, 1.6-9.13-17.34-38
Al centro del Vangelo di questa quarta domenica di Quaresima si trovano Gesù e un uomo cieco dalla nascita. Cristo gli restituisce la vista e opera questo miracolo con una specie di rito simbolico: prima mescola la terra alla saliva e la spalma sugli occhi del cieco; poi gli ordina di andare a lavarsi nella piscina di Siloe. Quell’uomo va, si lava, e riacquista la vista. Era un cieco dalla nascita. Con questo miracolo Gesù si manifesta e si manifesta a noi come luce del mondo; e il cieco dalla nascita rappresenta ognuno di noi, che siamo stati creati per conoscere Dio, ma a causa del peccato siamo come ciechi, abbiamo bisogno di una luce nuova; tutti abbiamo bisogno di una luce nuova: quella della fede, che Gesù ci ha donato. Infatti quel cieco del Vangelo riacquistando la vista si apre al mistero di Cristo. Gesù gli domanda: «Tu credi nel Figlio dell’uomo?». «E chi è, Signore, perché io creda in lui?», risponde il cieco guarito. «Lo hai visto: è colui che parla con te». «Credo, Signore!» e si prostra dinanzi a Gesù. Questo episodio ci induce a riflettere sulla nostra fede, la nostra fede in Cristo, il Figlio di Dio, e al tempo stesso si riferisce anche al Battesimo, che è il primo Sacramento della fede: il Sacramento che ci fa “venire alla luce”, mediante la rinascita dall’acqua e dallo Spirito Santo; così come avvenne al cieco nato, al quale si aprirono gli occhi dopo essersi lavato nell’acqua della piscina di Siloe. Il cieco nato e guarito ci rappresenta quando non ci accorgiamo che Gesù è la luce, è «la luce del mondo», quando guardiamo altrove, quando preferiamo affidarci a piccole luci, quando brancoliamo nel buio. Il fatto che quel cieco non abbia un nome ci aiuta a rispecchiarci con il nostro volto e il nostro nome nella sua storia. Anche noi siamo stati “illuminati” da Cristo nel Battesimo, e quindi siamo chiamati a comportarci come figli della luce. E comportarsi come figli della luce esige un cambiamento radicale di mentalità, una capacità di giudicare uomini e cose secondo un’altra scala di valori, che viene da Dio. Il sacramento del Battesimo, infatti, esige la scelta di vivere come figli della luce e camminare nella luce. Che cosa significa avere la vera luce, camminare nella luce? Significa innanzitutto abbandonare le luci false: la luce fredda e fatua del pregiudizio contro gli altri, perché il pregiudizio distorce la realtà e ci carica di avversione contro coloro che giudichiamo senza misericordia e condanniamo senza appello. Questo è pane tutti i giorni! Quando si chiacchiera degli altri, non si cammina nella luce, si cammina nelle ombre. Un’altra luce falsa, perché seducente e ambigua, è quella dell’interesse personale: se valutiamo uomini e cose in base al criterio del nostro utile, del nostro piacere, del nostro prestigio, non facciamo la verità nelle relazioni e nelle situazioni. Se andiamo su questa strada del cercare solo l’interesse personale, camminiamo nelle ombre.
Avvisi
Il Papa ci invita a pregare il Rosario alle 21 questa sera, Giovedi 19 Marzo, festa di san Giuseppe, per invocare insieme alla Madonna e al Santo Custode la fine della pandemia. “In questo momento di emergenza sanitaria, la Chiesa italiana promuove un momento di preghiera per tutto il Paese, invitando ogni famiglia, ogni fedele, ogni comunità religiosa a recitare in casa il Rosario (Misteri della luce), simbolicamente uniti alla stessa ora: alle 21 di giovedì 19 marzo, festa di San Giuseppe, Custode della Santa Famiglia. Alle finestre delle case si propone di esporre un piccolo drappo bianco o una candela accesa”. L’Equipe pastorale degli Squilibrati ha pensato di creare un unico gruppo di WhatsApp per continuare a condividere pensieri, riflessioni ed avvisi. È stato creato un gruppo in cui gli unici a poter scrivere saranno gli Amministratori, questo per facilitare le comunicazioni e non intasare il gruppo stesso. Noi stiamo continuando ad incontrarci virtualmente, a progettare idee per continuare a restare vicini. Se ancora non ne fate parte, potete contattare uno degli Squilibrati o Don Gian Marco. Sarete inseriti nel gruppo con immenso piacere. La nostra Chiesa di San Michele Arcangelo rimarrà aperta nei seguenti gli orari: Martedi Sabato 8.00-9.30 e 17.30-19.30 Domenica 8.30-11.30 e 17.30-19.30 Ogni giorno il nostro Parroco ci invierà un messaggio o una riflessione, che noi avremo cura di pubblicare sul gruppo di Whatapp, sul gruppo di Facebook e, in alcuni casi, sul Canale Youtube di San Michele Arcangelo. Domenica alle ore 11.00 la Santa Messa verrà celebrata in diretta sul Canale Youtube della Parrocchia. Se ancora non vi siete registrati, fatelo ora!
L’ANGOLO DEGLI SQUILIBRATI
“Ciao a tutti!”, potrebbe essere il mio saluto rivolto a voi che leggete, in realtà riporto le ormai quotidiane parole con cui Don Gian Marco conclude i suoi appuntamenti sui social. La barba incolta (come in quelle giornate in cui, liberi da tutto, amiamo trascurare il nostro aspetto), le braccia distese (ovviamente non vengono inquadrate) per sostenere il telefonino tra le mani. E’ così che si mostra il nostro “Don” in un’immagine che mi piace molto, capace di renderlo ancora più familiare. Il nostro parroco mi appare tuttavia, seppur sospinto dalla solita carica di sensibilità e di ironia, disorientato. Anche in questo, come tutti noi, del resto. Lo smartphone è diventato uno dei pochi strumenti di contatto sociale dove trasportare e condividere le nostre emozioni. L’adattamento ad una difficile nuova realtà trasforma gli appuntamenti. Il canale Youtube della parrocchia diventa la prima sfida vinta: raggiunta “quota mille” (le adesioni necessarie per averlo attivato) ha cominciato a portare gli abituali appuntamenti nelle case. Il catechismo per i ragazzi che faranno la comunione e per la cresima, la S. Messa di domenica scorsa, sono già avviate… e immagino altre iniziative seguiranno. Insomma, la voglia di andare comunque avanti sembra stia prevalendo. Al contempo, inutile nasconderlo, ci scopriamo deboli e increduli per una situazione mai vissuta prima, paurosi per ciò che verrà. “Non sprechiamo il nostro tempo”. Don Gian Marco ricorda le odierne parole del Papa, e forse getta in crisi molti di noi: siamo in grado di farlo? Non ho risposte. Fortunatamente arrivano pure parole di speranza che aprono all’ottimismo. Tutto andrà bene, ci si sforza di ripetere. Non riesco a dirle, purtroppo, con convinzione, ma io sono un caso a parte….
(P. Scarlata)